domenica 23 febbraio 2014

Inter-Cagliari 1-1. Una rondine non fa primavera


Mi aspettavo di vedere una partita più simile a quella con il Sassuolo che con la Fiorentina e così è stato. I pareggi interni con squadre mediocri diventano sempre di più: Cagliari, Catania, Chievo, Sampdoria e Parma (non scarsa ma da battere). In totale fanno dieci punti buttati al vento. Inoltre, eccezion fatta per la gara con la squadra di Donadoni, le prestazioni sono state molto simili. A prescindere dalla condizione atletica, che può variare durante l'anno, ciò che si evince è una difficoltà palese non solo nel sconfiggere, ma anche e soprattutto nel giocare bene contro formazioni che vengono a Milano solo per difendersi. 
Ma veniamo a oggi, lasciando discussioni più generali a fine anno. Il primo tempo è stato davvero tremendo. Quarantacinque minuti di nulla, di non gioco, con l'aggravante del goal subito. I rigori contro come al solito li vedono benissimo, ma sull'arbitraggio ci tornerò in seguito. La prima conclusione verso la porta di Avramov è arrivata con Milito dopo quarantasei minuti di gioco. Sono convinto che il presidente Thohir sia sceso negli spogliatoi nell'intervallo consigliando (per non dire obbligando) Mazzarri a sostituire il principe con Icardi. Di solito Walter aspetta il canonico 15esimo per la prima sostituzione: anticipare i tempi non mi sembra da lui. L'abbrivio del secondo tempo ha fatto ben sperare. Pronti via abbiamo pareggiato con Rolando (su assist di Maurito) e siamo andati vicino al sorpasso con Palacio. Poi, come spesso accade in questa stagione, l'entusiasmo si è spento e l'Inter con lui. Per venti minuti buoni non abbiamo più giocato, svegliandoci come sempre gli ultimi cinque minuti, grazie agli innesti di Kovacic e Botta. La buona sorte non è nostra amica e si vede, perché Avramov oggi sembrava un portiere di Serie A e non uno scappato di casa, e il colpo di testa di Icardi si è infranto sulla traversa tra le mie grida di dolore.
Le partite che l'Inter non riesce a vincere sono sempre difficili da analizzare, perché non c'è un solo colpevole, è sempre un concorso di colpe. Li riporto qui di seguito in ordine decrescente di decisività.

Mazzarri
Alcune scelte del Mister non sono più difendibile. In cinque minuti Icardi ha dato un contributo maggiore di Milito. Io non do la colpa al principe, ma a chi lo mette in campo. Diego è un campione, gli dobbiamo tutto, ma è il passato. L'errore grave non è solo farlo giocare, ma rivendicare la sua assenza come una causa della debacle di Novembre-Dicembre, e suonare la carica una volta recuperato. Detto questo non scriverò più di Icardi-Milito perché penso di aver speso sufficienti parole.
Per non parlare di D'Ambrosio, che siede in panchina perché, secondo Mazzarri, a due esterni così non possiamo rinunciare. Oggi Nagatomo ha sfoderato un prestazione di livello, ma Jonathan è stato disastroso. Più che un calciatore sembrava un dopolavorista, e non aggiungo altro.

Gioco
Guardando una partita dell'Inter si capisce subito da dove nasca la difficoltà nell'affrontare le "piccole". La manovra è sempre troppo orizzontale. Spostiamo il pallone da una fascia all'altra senza avere esterni in grado di crossare o saltare l'uomo (a Yuto va riconosciuto l'impegno ma i limiti ci sono). Il pallone circola sempre lentamente da una parte all'altra per poi arrivare inesorabilmente a Jonathan. Mancano giocatori (alcuni li teniamo in panca) capaci di verticalizzare, di saltare l'uomo, di crossare. Le occasioni arrivano quasi sempre per caso, nel senso che dietro non c'è un'idea di gioco.

Arbitro
La designazione di Russo è quasi una sentenza di sconfitta. Esordisce bene non concedendo una punizione dal limite a Guarin e ammonendo Juan Jesus per una carezza a Ibarbo. Dopo questo riscaldamento, va a segno con un rigore concesso con una curiosa applicazione della regola del vantaggio, e chiude non fischiando l'ennesimo penalty a nostro favore. In mezzo una serie di piccole decisioni (angoli, falli a metà campo e rimesse laterali) che condizionano sempre e comunque la gara.
Solo a Firenze abbiamo ricevuto un beneficio da un errore arbitrale, che peraltro non compensa tutti i torti subiti. Reputo questo fattore il meno incisivo perché una squadra più forte vincerebbe nonostante  gli errori del direttore di gara. Con questo non voglio negare il sacrosanto principio del calcio per cui se giochi male puoi vincere. Dico solo che basterebbe veramente poco per superare certi avversari nonostante cerchino sempre (a che pro?) di metterci i bastoni tra le ruote.


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