domenica 27 aprile 2014

Quando un pareggio è accettabile. Inter-Napoli 0-0


L'Inter raccoglie contro il Napoli il quindicesimo pareggio stagionale, addirittura il nono casalingo, confermandosi una squadra da trasferta. Infatti, se contassero solo le gare disputate tra le mura amiche, i neroazzuri sarebbero solo all'ottavo posto.
C'è tuttavia qualcosa di diverso in questo ennesimo pari, che mi ha fatto ricordare il primo di questa stagione, quel'1-1 a San Siro con la Juve. È stata una bella partita, perché entrambe le squadre erano propositive e hanno cercato la via del goal, che solo per caso non è arrivato. Sono state tante le occasioni da una parte e dall'altra. Avremmo potuto vincere come perdere, ma quel che è certo è che l'Inter ha giocato nel primo tempo il suo miglior calcio della stagione, almeno in casa. Oltre alla manovra, più fluida del solito, e alle giocate dei singoli, sulle quali tornerò in seguito, ciò che mi ha colpito maggiormente dei primi quarantacinque minuti era la velocità con cui i difensori e i centrocampisti centrali recuperavano palla, grazie al pressing e alla linea tenuta alta. Abbiamo prodotto anche buone occasioni per passare in vantaggio, una delle quali clamorosa con Icardi, ma è stata dei partenopei la più nitida: Nagatomo si dimentica di Callejon, che solo davanti ad Handanovic ci grazia.


Nel secondo tempo abbiamo pagato gli sforzi del primo, ai quali la squadra non è evidentemente abituata. Il pallino del gioco passa al Napoli, che sfiora il goal ancora in due occasioni, la prima volta con una doppia mischia, la seconda con un palo colpito da Inler. In entrambi i casi siamo stati graziati. Visto il secondo tempo, dunque, il pareggio sembra il risultato giusto e anche vantaggioso per noi, visto che allunghiamo sul Milan, distante ora sei lunghezze. Faccio notare che un altro punto nel derby ci darebbe la matematica certezza di finire davanti ai rossoneri, particolare non di poco conto in chiave Europa League.
C'è stato un episodio chiave nel primo tempo, che avrebbe cambiato la partita e vale la pena ricordare: Palacio, lanciato verso la porta, viene sgambettato da Britos. Se giudichi il contatto falloso, scatta automaticamente il rosso per chiara occasione da goal, ma il metro di Rizzoli si dimostra ancora una volta variabile.
Ma Inter-Napoli è stata anche una gara in cui i singoli si sono messi in mostra, uno su tutti Mateo Kovacic, a mio giudizio il migliore in campo in quanto a giocate, tra colpi di tacco, filtranti al bacio e dribbling da fuoriclasse. Se penso che questo giocatore ha fatto panchina per trenta giornate, licenzierei ora Mazzarri, al quale riconosco però il merito di averlo fatto crescere dal punto di vista difensivo, diventando certamente un centrocampista più completo. Ma non capisco come ci siano voluti l'infortunio di Alvarez e la scarsezza di Guarin per fargli trovare spazio.


Vorrei anche segnalare la priva di Andreolli, che alla prima da titolare si è fatto trovare pronto, disputando un'ottima gara. È importante che le riserve si facciano trovare pronte quando serve. Da rivedere, invece, Nagatomo, esaltato come sempre dalla stampa, che, per dirla alla Balotelli, non capisce niente di calcio, facendosi impressionare solo dalla grande volontà del giapponese, che però dimostra sempre i suoi limiti sia in fase difensiva che offensiva.
Infine, merita un cenno anche la sostituzione di Icardi con Kuzmanovic, emblema della mentalità sparagnina e provinciale di Mazzarri, che si era già da parecchio accontentato del punto.
Ora ci attende il derby, partita che farebbe piacere vincere per il dominio cittadino.

domenica 20 aprile 2014

Una volta tanto. Parma-Inter 0-2


Una volta tanto espugnamo il Tardini di Parma, dove non vincevamo dal lontano 2008, quando Ibra, all'ultima giornata e sotto il diluvio, ci regalava lo scudetto. Una volta tanto non veniamo raggiunti dall'avversario dopo aver segnato il vantaggio. Una volta tanto Kovacic gioca tutta la partita. Una volta tanto vinciamo anche se sta arbitrando Rocchi.
Volendo, potrei anche fermarmi qui, ma voglio proseguire. Scrivo questo post qualche minuto dopo la fine della partita tra Fiorentina e Roma. La vittoria dei giallorossi ci riporta a sole due lunghezze dalla formazione di Montella. Fossimo una squadra affidabile, direi che con cinque punti di vantaggio sulle inseguitrici, forse dovremmo pensare al quarto posto. Invece, essendo noi capaci di perderci in un bicchiere d'acqua proprio sul più bello, mi limito a gioire per il successo di questo pomeriggio.
La partita è per certi versi simile a quella con la Sampdoria della settimana scorsa. Handanovic compie due interventi prodigiosi nel primo tempo, parando un colpo di testa ravvicinato e un calcio di rigore a Cassano. Il mondo del giornalismo italiano non vedeva l'ora che Fantantonio ci castigasse per far partire i caroselli, rispolverando il suo passato da noi e i suoi attriti con Mazzarri. Per fortuna Samir ha impedito che dovessi subire questo spettacolo osceno. 


Nella prima frazione non abbiamo brillato, tuttavia, abbiamo tenuto il campo, con la linea difensiva abbastanza alta e (udite udite) anche un po' di pressing. Siamo anche riusciti a creare diverse occasioni con Icardi, Palacio e Cambiasso, il cui tiro non ho ancora capito come possa non essere entrato.
All'inizio del secondo tempo siamo bravi a fare un break micidiale dopo pochi minuti: rosso e goal del vantaggio uno dietro l'altro. Rolando, lasciato fortunatamente completamente libero sul secondo palo, piazza all'incrocio il cross di Hernanes. Il profeta fa valere le sue qualità quasi esclusivamente sui calci piazzati, il che è già qualcosa. Tuttavia è lentissimo nella manovra e quando perde palla in certe zone del campo con la squadra sbilanciata ci espone a contropiedi rischiosissimi. Tutti dicono che non è al meglio e che vedremo il miglior Hernanes la prossima stagione: speriamo.
Come era successo anche a Marassi, dopo aver siglato il vantaggio, sbandiamo paurosamente e rischiamo più volte di prendere il pari. Una volta ci salva la traversa, un'altra la mira dei parmensi, un'altra ancora una provvidenziale chiusura di Kovacic. Mateo oggi ha fatto vedere un netto miglioramento nella fase difensiva: chiusure in scivolata, coperture e marcature. Il merito va sicuramente riconosciuto a Mazzarri, che però non deve esagerare snaturando il ragazzo. Si vede spesso che quando è in possesso di palla vorebbe fare una giocata, ma poi scarica su Nagatomo con un banale appoggio. In poche parole, è fondamentale che Kovacic sappia "fare le due fasi", ma non dimentichiamoci in cosa eccelle
Dicevo che per la prima volta (credo) il croato ha giocato una partita intera perché questa volta è toccato  a Hernanes lasciare il posto al redivivo Fredy Guarin. Confesso che per un attimo sono tornato allo stadio Armando Picchi di Livorno e ho pensato: "Walter, ma perché?". E invece il Guaro (una volta tanto) riesce a fare la cosa giusta al momento giusto, non si mette a dribblare e controdribblare l'avversario, non sparacchia la palla fuori dallo stadio, ma indovina un destro nell'angolino che Mirante non riesce a parare.


Ormai è un classico commentare le parole del mister nel post-partita. Confesso che ieri, quando ho saputo che era stata annullata la conferenza, sentivo come un vuoto, una mancanza. Scherzi a parte, il Buttero ritrova il senno e le parole sono più che condivisibili (una volta tanto). In particolare, ha gestito bene le provocazioni, che riguardavano, manco a dirlo, il caso (mediatico) Icardi. Un giocattolo che si sono inventati loro e con cui giocano ogni volta che vogliono mettere zizzania in casa nostra. Walter fa la cosa giusta, definendo Maurito come un professionista impeccabile.
Inutile dire che i problemi restano, nonostante i tre punti. Nelle ultime due gare gli episodi ci hanno detto bene visto che non capita sempre che il portiere ti pari due rigori consecutivi. Questa buona sorte compensa un lungo periodo di iella da cui difficilmente saremo risarciti a dovere. Le lacune di cui parlo sono strutturali, in primis il modulo di gioco, che sta diventando ripetitivo e monotono. La manovra si accende quasi sempre con una giocata del singolo e non con azioni corali. E non volendosi schiodare dalla difesa a tre il terzetto anti Napoli è obbligato, con Campagnaro affiancato a Ranocchia e Andreolli. Non nutro più speranze sul fatto che Mazzarri cambi schema di gioco, ma siccome sarà quasi certamente sulla nostra panchina l'anno prossimo, voglio sperare che si decida al più presto a passare a quattro, perché un altro anno di difesa a tre non credo di reggerlo.

Un sincero augurio di Buona Pasqua a tutti.

domenica 13 aprile 2014

Nel segno di Maurito. Sampdoria-Inter 0-4


Pensando a come titolare questo post, mi sono venute in mente varie idee, da "Wanda Gate" a "Me li sono trovati", ma alla fine ho preferito dedicare l'apertura al vero protagonista di oggi: Mauro Icardi. Ha dimostrato grande personalità e maturità, oltre alle doti da centravanti di razza che non dovevo certo scoprire questo pomeriggio. Ci sono giocatori che partite del genere preferirebbero non disputarle, è soprattutto una questione di carattere. Lui, invece, si è esaltato. Oltre ai due goal segnati, ha giocato una partita esemplare, anche per il comportamento. Non ho davvero capito il motivo dell'ammonizione al momento dell'esultanza, molto simile peraltro a quella che fa di solito. E soprattutto non capisco come possa essere punito questo gesto, mentre si sorvola su ombrelli, diti medi e altre oscenità fatte da altri giocatori (penso abbiate capito di chi parlo). 

Ci tengo a parlare dei cartellini, perché da un certo punto (espulsione di Eder) a Valeri la partita è completamente sfuggita di mano, e ha provato a calmare le acque ammonendo a destra e a manca (quello dato a Ranocchia non stava né in cielo né in terra). Oltretutto non ha fatto che peggiorare le cose, tant'è che non vedevo l'ora che finisse il primo tempo. Era una partita troppo nervosa, i nostri non capivano più niente e Mazzarri implorava calma agitando le braccia come un veneratore: solo il miglior Handanovic ci ha salvato dal goal dei blucerchiati. Non ho mai avuto dubbi sulle qualità di Samir, ma è innegabile che fosse in un periodo un po' buio. Oggi non ha solo parato il parabile, ma anche l'imparabile.

L'intervallo è arrivato come una manna, dando il tempo a Mazzarri di catechizzare i ragazzi e spegnendo la verve sampdoregna. Il secondo tempo è pura accademia: Samuel incorna meglio di come potrebbe fare Maxi Lopez (haha), Kovacic e Palacio dialogano che è un piacere, e nel finale è anche Rodrigo  a trovare la rete.
Devo dire che la squadra scesa in campo oggi è la mia formazione ideale. Fosse per me, giocherei così fino alla fine della stagione. In particolare, sono contento della prestazione di Kovacic, che speravo almeno una volta potesse giocare 90 minuti.
E per una volta, giornata curiosa, sono d'accordo almeno  su una cosa che il Mister ha detto nel post-partita, soprattutto  "sembra che la prestazione interessi solo all'allenatore". Per il resto il solito Walter, in stile buttero più che mai. Il caso Wanda mi ha aperto ancora di più gli occhi su quanto siano ignoranti i giornalisti italiani, dalla feccia delle reti private ai VIP di Sky, Gazzetta e compagnia bella. In particolare la Rosea ha dedicato addirittura una rubrica sul suo sito al triangolo Maxi-Wanda-Icardi (prego notare la foto). Qualcuno dirà: "Eh ma sono sempre lì a twittare!". Non mi interessa. Non mi ricordo tutto sto casino quando l'attuale Amministratore Delegato del Milan stava con un suo dipendente, impedendo la conclusione di uno scambio già fatto con tanto di cartoline dal Barsile.  Ma siccome se mi ci metto a scriverne anche io poi sembro un ipocrita, mi fermo qui. Aggiungo solo che quando il rigorista della Samp, Eder, lascia a Maxi la battuta per "vendicarsi", non ti stai comportando da  squadra professionista, ma da bambini al parco giochi.

Ad ogni modo, la marcia verso l'Europa League riprende dopo quattro partite di sofferenza. Se consideriamo solo il risultato e l'avversario affrontato, non possiamo negare che l'Inter si trovi a suo agio a giocare contro squadre di media classifica, se possibile in trasferta. Forse dovremmo guardare alle prossime partite con più ottimismo, stando alle statistiche, tuttavia, sempre stando alle statistiche, il Tardini di Parma è uno dei campi più ostici per noi, eccezion fatta per lo scudetto del 2008, ottenuto proprio i quello stadio.


giovedì 10 aprile 2014

Sui quarti di Champions

Magari finiranno la stagione con zero titoli, ma sono di certo tra le assolute protagoniste di questa stagione: parlo ovviamente del Chelsea e dell'Atletico Madrid, fresche semifinaliste di Champions. Quasi tutti gli interisti hanno seguito le partite di ieri e martedì come se giocasse l'Inter, per il legame affettivo che li lega a José Mourinho e Diego Simeone, due che seppur in modo diverso, hanno lasciato il segno. Vedendo il vate portoghese correre per il campo dopo il goal di Demba Ba, non possono non tornarci in mente le sue esultanze: dalla corsa verso Maicon a Siena a quella liberatoria al Camp Nou, passando per l'abbraccio a Julio Cesar a Kiev. Il suo Chelsea non è più forte del PSG, ma José ha fatto valere la sua qualità più importante: saper motivare. D'altra parte, la forza dell'Atletico va ben oltre la semplice motivazione, poiché accompagnata da un furore agonistico, da una grinta e da una cattiveria sportiva che non si vedeva da tempo. I colchoneros hanno pressato per più di un'ora senza tregua e tengono questo ritmo dall'inizio dell'anno. Inoltre, sia il Chelsea che gli spagnoli, hanno dovuto rinunciare ai propri giocatori più forti: Hazard, Arda Turan e Diego Costa. Non sono un amante dei titoloni a nove colonne, perciò quando sento che ieri è finita l'era del "tiki taka" un po' mi irrito. È vero, da qualche anno a questa parte il livello del Barcellona è calato soprattutto a risultati. Il dato che più impressiona è la terza finale europea consecutiva senza i blaugrana. A ciò si aggiunge l'inevitabile rischio prevedibilità, con gli avversari che riescono a trovare più spesso le contromisure. Detto ciò dare per finito il Barcellona mi sembra un ingiusto azzardo. Stiamo parlando di una squadra che può ancora conquistare due trofei e che possiede giocatori di classe superiore. Tuttavia questi campioni diventano più "anziani" ogni anno, e la parabola discendente mi sembra avviata. Non potendo probabilmente operare sul mercato quest'anno, sarà ancora più difficile invertire la rotta.

#savekovacic

domenica 6 aprile 2014

Uno strazio infinito. Inter-Bologna 2-2

Mancano solo sei partite. Ancora poco più di un mese e questa straziante stagione sarà terminata, ci prenderemo una sana pausa, magari guardiamo i mondiali, per poi pensare alla prossima stagione. A questo punto sarei davvero stupito di rivedere Mazzarri sulla nostra panchina: da qualche gara ha perso totalmente la bussola, peggiorando ulteriormente una situazione già complicata. 
Di partite come quella col Bologna ne abbiamo viste tante quest'anno, con errori individuali che si sommano a preparazione tattica disastrosa e quel pizzico di cattiva sorte. Perché se ti danno il primo rigore della stagione e tu sei in grado di sbagliarlo, non puoi definirti fortunato. Ma su ogni cosa, su ogni minimo episodio, ci vuole concentrazione. Il penalty calciato da Milito era uno dei palloni più pesanti dell'anno. Non può e non deve tirarlo un giocatore che non gioca più da mesi, di cui puoi dire tutto tranne che sia in fiducia, e quando hai in Palacio e Hernanes due valide alternative.

Il rigore è l'unico episodio nuovo rispetto alle ultime prestazioni, insieme alla doppietta di Mauro Icardi, di cui ho apprezzato davvero il secondo goal, per cui sono stato lieto di pagare il biglietto.

Dunque mi sembra superfluo parlare del modo in cui riusciamo a resuscitare squadre che non vedono un punto da una vita, ma che ormai vengono a San Siro speranzose, pensando "beh, se ce l'ha fatta il Catania, un punto lo possiamo strappare anche noi". Sembra davvero che lo facciano apposta (no, Walter, non sono d'accordo con te), per un questione di giustizia, a regalare un punto a tutte le squadre che lottano per non retrocedere.Inoltre, non credo di dovermi dilungare sul come il Buttero ha preparato la partita, relegando per l'ennesima volta in panchina Kovacic, che ha cambiato la gara, spostando un Alvarez da latte alle ginocchia addirittura sulla fascia, ruolo mai ricoperto fin ora, ma sperimentato proprio quando devi portare a casa sti maledetti tre punti. Mateo è l'unico che verticalizza, che accende un gioco che altrimenti sarebbe solo orizzontale. Il mister ha anche dimostrato di non imparare dai propri errori, eseguendo una sostituzione stile Atalanta, sgangherando la squadra, che per poco non capitolava definitivamente. Non è più il caso nemmeno di soffermarsi sul suo delirio di fine partita, fatto solo di snervanti si riflessivi, di se, di ma, di così e di colà. Abbiamo già visto e commentato tutto.
Non ho proprio idea di cosa fare nelle rimanenti sei partite: sono tutte difficili, e partendo dal presupposto che se non batti un Bologna, puoi perdere con tutti, sarà un impresa non tanto centrare l'Europa League, ma fare più punti dell'anno scorso.
P.S. da oggi tutti i miei post finiranno con un #savekovacic. Se mi dimentico di scriverlo prego i lettori di ricordarmelo ;)

                                             

venerdì 4 aprile 2014

L'esasperata ricerca dell'equilibrio

E' vero che mancano ancora sette giornate alla fine della stagione, ci sono ancora ventuno punti in palio e l'Inter potrebbe finire quarta come decima, ma penso che dopo più di trenta partite, si possa già fare qualche analisi.
Oggi mi vorrei soffermare sul filo conduttore che ha legato tutte le formazioni dell'Inter, un vero e proprio tarlo per Mister Mazzarri: l'equilibrio, la volontà, cioè, di non sbilanciare troppo la squadra. Questo è il motivo per cui vediamo in campo Kuzmanovic e non Kovacic, per esempio. Tuttavia questa ricerca di equilibrio non ha dato i frutti sperati, anzi, si quasi sempre tradotta in partite pareggiate, emblema di una squadra abbastanza solida da non perdere, ma non sufficientemente forte per vincere gare fin troppo abbordabili. 
Non siamo mai stati umiliati, è vero. Anche il match terminato con il passivo più pesante, quello con la Roma, fu deciso da molti episodi, per di più ravvicinati. Ma è anche vero che la fatica che facciamo a sconfiggere squadre che vengono a Milano senza molte pretese è imbarazzante, dovuta, a mio parere, alla mancanza di qualità. Pensiamo al fatto che pur avendo un centravanti d'area di rigore come Icardi, spesso non gli arriva neanche un cross ben fatto in tutta la partita. Ciò mi sembra ancor più lampante se consideriamo il nostro centrocampo, che verticalizza pochissimo, giocando la palla solo in orizzontale.  
E' evidente che Mazzarri ha dovuto fare i conti con una coperta corta, infatti, non manca occasione per ricordarci la partita con il Parma, che secondo lui è stata un disastro. Forse è stata la prima occasione in cui la squadra era davvero sbilanciata: giocavano infatti contemporaneamente Guarin, Kovacic e Alvarez (oltre a Palacio). Come conseguenza, Handanovic subì tre reti, mettendoci del suo, ma riuscimmo a segnare per tre volte, cosa che a San Siro non sarebbe più accaduta. Quello che voglio dire è che, se per Walter quella è stata un esempio d cosa non bisogna fare, per me è esattamente il contrario. Tra la "Corazzata Potemkin" di Inter-Udinese o simili, preferisco di gran lunga un rocambolesco 3-3, almeno per lo spettacolo. 
L'altra partita in cui sono, come si suol dire, "saltati gli equilibri", è la più recente sfida con l'Atalanta, quando decisiva fu la sostituzione di Cambiasso in favore di un anarchico Alvarez. Quindi, i numeri sono con Mazzarri: quando la squadra si sbilancia ci dice male. In realtà mi soffermerei un momento sul concetto di "sbilanciarsi". Prendiamo, per esempio, le due squadre che ci precedono in classifica, Napoli e Fiorentina. Di entrambe si può dire tutto, ma non che siano squadre equilibrate. Tuttavia, e mi riferisco soprattutto ai partenopei, segnano tanto, o meglio, hanno giocatori che segnano tanto. Callejon, Mertens, Higuain, sono giocatori che insieme ti garantiscono trenta goal a stagione minimo. 
Il punto è che sbilanciarsi deve essere finalizzato al goal, e non basta inserire in campo giocatori che non difendono per considerarti offensivo. I vari Guarin, Alvarez o Botta sono giocatori molto fumosi, ma poco concreti. Averne tanti in campo non ti porta altrettante reti (segnate). Inoltre c'è un altro aspetto che va considerato: la difesa a tre. Trovo inutile tenere tre difensori quando gli avversari giocano con una sola punta, e devi attaccare. La mossa che avrei fatto io, anziché togliere l'unico filtro a centrocampo, sarebbe stata rinunciare a uno tra Ranocchia, Rolando e Campagnaro e passare alla linea a quattro.
In poche parole deve essere una questione di atteggiamento, tutta la squadra deve alzare il baricentro.
A qualcuno magari sembrerà strano, ma io rimpiango i sei mesi con Leonardo, in cui segnavamo una media di tre goal a partita, giocando un calcio offensivo e spettacolare. E' anche vero che nel momento decisivo crollò tutto, ma sarei stato curioso di vedere una stagione intera con Leo al timone.

martedì 1 aprile 2014

Pesce d'Aprile. Livorno-Inter 2-2

Quest'anno credevo già di aver visto e sentito tutto. Partite pareggiate in casa senza tirare mai in porta, sconfitte a Milano contro gli ultimi arrivati, trasferte in cui ci facciamo recuperare un goal dalle peggio squadracce. Ieri sera, invece, siamo riusciti nell'impresa di farci recuperare non uno, bensì due goal di vantaggio. Ma è per il come è arrivato questo ennesimo pari che la mia pazienza nei confronti dell'allenatore e di molti giocatori si è esaurita definitivamente. Perché dopo un primo tempo ai limiti dell'orrendo per i primi 30 minuti, avevamo trovato addirittura il doppio vantaggio grazie alle giocate dei singoli. E invece di ringraziare questa manna dal cielo, Mazzarri le prova tutte per rovinarci finchè non ha la brillante idea di mettere Guarin. Sostituzione che non ha senso nemmeno tecnicamente, perché uno come lui lo metti se devi segnare, non per gestire il risultato. E figuriamoci poi commentarlo a posteriori, dopo quel retropassaggio che vale come dieci autogol. Chi dobbiamo ringraziare, oltre al Mister che l'ha fatto entrare? Quegli scienziati dei nostri tifosi che hanno fatto le barricate per impedire lo scambio con Vucinic, che se pur non mi convincesse economicamente, almeno ci avrebbe permesso di liberarci di uno dei giocatori più sopravvalutati, presuntuosi, leziosi dell'universo Inter. Nel suo delirio post gara, il buttero di San Vincenzo non manca occasione di difendere il suo amato Fredy, dicendo che è un errore, un infortunio, che può capitare a tutti. Quindi lo rivedremo anche con il Bologna? Non verrà castigato come Kovacic? (che peraltro non aveva fatto nulla di paragonabile allo scempio del colombiano, che oltre ad aver regalato il gol a loro, se ne è anche divorato un altro). Poi prosegue con il solito refrain dell'annata 'così', aggiungendo alla sua valanga di frasi fatte questa perla: "quest'anno é raccolta dati". Io davvero non capisco: ma questo ci fa o ci è? Crede sul serio che la gente accetti tutto quello che dice come assoluta verità? Quello che infastidisce è soprattutto la sua presunzione, il fatto che non ammetta un minimo di colpa in questo sfacelo. In questo, bisogna dirlo, è aiutato da quegli pseudo giornalisti di sky, che lo trattano come se lui, poverino, le provasse proprio tutte, ma senza avere risposte dai giocatori. Purtroppo quello che mi fa veramente infuriare non è tanto la stagione in sé ( peraltro la Fiorentina è sempre lì), ma è il fallimento dell'ennesimo progetto. Perché quello portato avanti da Mazzarri è un fallimento, non vedo come un treno che si sta per schiantare possa trovare la retta vita. Il valore di un tecnico lo vedi, volendo, anche in una singola partita, e per troppe volte lui le ha decise in negativo, senza contare le snervanti interviste pre e post. L'avevamo preso perché portasse delle qualità, cosa che evidentemente non ha fatto, o ha fatto male. Per tanto così preferisco Stramaccioni che, oltre ad avere tutte le attenuanti del caso, aveva almeno il coraggio di prendersi le sue responsabilità. Sono riusciti a spegnere tutto il mio entusiasmo: sabato volevo andare a vedere Inter-Bologna, dopo ieri sera, con questi personaggi, non credo rimetteró più piede al Meazza fino alla loro cacciata.