venerdì 28 febbraio 2014

Sull'arrivo di Nemanja Vidić

E' di ieri la notizia che Nemanja Vidić sarà un giocatore dell'Inter a partire dalla prossima stagione. La trattativa si è conclusa ieri anche se l'accordo c'era già da tempo. La scorsa settimana, lo stesso Thohir aveva dato per certo al 90% l'arrivo del difensore serbo a Milano.
Vidic compirà 33 anni il prossimo 21 ottobre. Dopo aver giocato nella Stella Rossa e nello Spartak Mosca, è approdato nel 2006 al Manchester United, dove chiuderà la sua nona stagione nei Red Devils. Proprio con la squadra di Ferguson ha vinto i trofei più importanti, tra cui 5 campionati e una Champions (2008).
Il centrale serbo arriva da noi sicuramente al termine della sua carriera. La speranza  è quella di ripetere l'operazione Lucio, che arrivava all'Inter dopo una già lunga carriera, ma fornì un apporto decisivo nella vittoria del Triplete. I vantaggi di una operazione come questa non sono pochi:
  • il giocatore arriva a parametro zero, dunque non costituisce un esborso alla società se non per lo stipendio che gli verrà concesso;
  • dopo aver giocato quasi tutta la carriera in un club, non gli mancheranno gli stimoli per una nuova avventura;
  • non avendo più Samuel, Vidic prenderà il suo posto non solo in rosa, ma anche come leader della difesa: non è un mistero che giocatori come Juan Jesus rendano molto di più se hanno vicino un giocatore d'esperienza.;
  • proprio questa esperienza internazionale potrà ovviamente giovarci in campo e fuori. Magari mi sbaglio, ma credo che un arbitro fischi un rigore contro Juan o Rolando molto più facilmente che contro Vidic o Samuel.
Naturalmente non è tutto rosa e fiori, non dobbiamo pensare che questo innesto cambi le sorti della prossima stagione. Molto dipenderà dalla squadra che si costruirà. Le perplessità su Vidic riguardano per lo più due fattori, uno atletico e uno tecnico. Bisognerà vedere infatti se la condizione fisica lo supporterà, quante partite riuscirà a giocare, e a quale livello. Ma ciò che più mi lascia perplesso è il fatto che Vidic ha giocato per tutta la carriera in una difesa a 4, mentre l'Inter propone un mazzariano 3-5-2 dal quale farà fatica a scostarsi (sempre se verrà confermato), almeno per quanto riguarda l'assetto difensivo. Non dimentichiamo che proprio Lucio crollò nel rendimento con l'arrivo di Gasperini e il conseguente passaggio a 3. Molti potranno obiettare che un calciatore non dovrebbe fare così fatica ad adattarsi. Io dico che qualche problema ce l'avrà, meno se giocherà in mezzo.
Aggiungo infine che condivido la scelta di ingaggiare giocatori in scadenza e con esperienza internazionale. Non bisogna eccedere: sento già parlare di Sagna ed Eto'o: il rischio è di partire per la tangente dimenticando il "progetto" di una squadra giovane e moderna...

giovedì 27 febbraio 2014

Riflessioni settimanali: l'Inter, il mondo arbitrale e la Champions

Il presidente Erik Thohir sta prendendo sempre più possesso della sua nuova creatura, con una serie di incontri con banche e sponsor, che rappresentano sin da subito un segnale di discontinuità rispetto alla precedente gestione paternalistica. Per la prima volta, nelle varie interviste rilasciate in questi giorni, non è stato così certo nel riconfermare Mazzarri, dicendo (per la verità ciò dovrebbe essere scontato) che sarà necessario prima un incontro con il tecnico per vedere se ha la stessa visione della società. Inoltre, come ho avuto modo di scrivere, mi sembra che il tycoon abbia espresso dei giudizi tecnici sulla squadra, suggerendo all'allenatore dei cambiamenti. Vedremo se Walter gli darà ascolto, o se farà di testa sua.
Intanto si sta già pianificando il mercato estivo, segnale anch'esso positivo perché non si può iniziare la campagna acquisti a Ferragosto. La politica più battuta in questi giorni è quella dei parametri zero: per Vidic sembra ormai davvero fatta, mentre il nuovo obiettivo potrebbe essere Sagna dell'Arsenal, anch'egli in scadenza. Se è vero che questi innesti, entrambi ultratrentenni, striderebbero con i proclami di Inter giovane, bisogna comunque sottolineare che se i cartellini sono free e i calciatori non pretendono ingaggi eccessivi, possono essere d'aiuto per esperienza e personalità.
L'obiettivo è, come ovvio, operare in modo vantaggioso dal punto di vista economico, e ciò passa anche dalla valorizzazione dei propri giocatori. Proprio su questo tema mi viene in mente la vicenda di D'Ambrosio. Sembra che l'Inter abbia insistito parecchio per averlo sin da Gennaio (o meglio, Febbraio), spendendo poco meno di 2 milioni di Euro, quando a Giugno sarebbe arrivato gratis. Fin ora ha disputato circa un tempo sommando tutte le presenze: un po' pochino per lo sforzo fatto. Senza voler sottolineare più di tanto il fatto che tutte (tutte!) le altre squadre fanno giocare i nuovi arrivati (Taarabt al Milan, Nainggolan alla Roma sono i primi che mi vengono in mente), il danno che produce Mazzarri non facendolo giocare è concreto e quantificabile.
Nel frattempo le vicende arbitrali tengono come sempre banco tra una giornata e l'altra. Alle lamentele post-derby si sono aggiunte quelle della Fiorentina per le quattro giornate a Borja Valero, lasciando perdere l'Inter, l'ultima ruota del carro. Chi pensa male (io in primis) non può non vederci un duplice disegno: da un lato la strada spiananta alla Juve che non avrebbe bisogno di tutti questi favori, ma che proprio grazie ad essi si potrà concentrare di più sull'Europa League. Dall'altra la volontà palese di far arrivare il Milan almeno quarto. Affossare anche il Napoli, da cui i rossoneri distano 16 punti, mi sembra un'operazione troppo difficile da mettere in pratica. Già l'anno scorso il Milan, a colpi di rigori e con il vento in poppa, conquistò il terzo posto compiendo un furto clamoroso ai danni dei Viola. Il perché tutto ciò accada mi sfugge, ma è innegabile che certi errori siano unidirezionali, non avviene cioè quella compensazione torti-favori che tutti gli addetti ai lavori sbandierano dopo l'ennesimo errore arbitrale. 
E veniamo infine alla Champions League, che consegna verdetti certi in quasi tutte le partite. Date per passate Barcellona, Real Madrid, Bayern Monaco, PSG e Borussia Dortmund, le uniche gare di ritorno da seguire con attenzione saranno Chelsea-Galatasaray e Atletico-Milan (ho sempre paura), con un occhio a "Old Trafford", dove un Manchester United in crisi nera cercherà l'impresa impossibile di rimontare 2 goal all'Olympiacos.

domenica 23 febbraio 2014

Inter-Cagliari 1-1. Una rondine non fa primavera


Mi aspettavo di vedere una partita più simile a quella con il Sassuolo che con la Fiorentina e così è stato. I pareggi interni con squadre mediocri diventano sempre di più: Cagliari, Catania, Chievo, Sampdoria e Parma (non scarsa ma da battere). In totale fanno dieci punti buttati al vento. Inoltre, eccezion fatta per la gara con la squadra di Donadoni, le prestazioni sono state molto simili. A prescindere dalla condizione atletica, che può variare durante l'anno, ciò che si evince è una difficoltà palese non solo nel sconfiggere, ma anche e soprattutto nel giocare bene contro formazioni che vengono a Milano solo per difendersi. 
Ma veniamo a oggi, lasciando discussioni più generali a fine anno. Il primo tempo è stato davvero tremendo. Quarantacinque minuti di nulla, di non gioco, con l'aggravante del goal subito. I rigori contro come al solito li vedono benissimo, ma sull'arbitraggio ci tornerò in seguito. La prima conclusione verso la porta di Avramov è arrivata con Milito dopo quarantasei minuti di gioco. Sono convinto che il presidente Thohir sia sceso negli spogliatoi nell'intervallo consigliando (per non dire obbligando) Mazzarri a sostituire il principe con Icardi. Di solito Walter aspetta il canonico 15esimo per la prima sostituzione: anticipare i tempi non mi sembra da lui. L'abbrivio del secondo tempo ha fatto ben sperare. Pronti via abbiamo pareggiato con Rolando (su assist di Maurito) e siamo andati vicino al sorpasso con Palacio. Poi, come spesso accade in questa stagione, l'entusiasmo si è spento e l'Inter con lui. Per venti minuti buoni non abbiamo più giocato, svegliandoci come sempre gli ultimi cinque minuti, grazie agli innesti di Kovacic e Botta. La buona sorte non è nostra amica e si vede, perché Avramov oggi sembrava un portiere di Serie A e non uno scappato di casa, e il colpo di testa di Icardi si è infranto sulla traversa tra le mie grida di dolore.
Le partite che l'Inter non riesce a vincere sono sempre difficili da analizzare, perché non c'è un solo colpevole, è sempre un concorso di colpe. Li riporto qui di seguito in ordine decrescente di decisività.

Mazzarri
Alcune scelte del Mister non sono più difendibile. In cinque minuti Icardi ha dato un contributo maggiore di Milito. Io non do la colpa al principe, ma a chi lo mette in campo. Diego è un campione, gli dobbiamo tutto, ma è il passato. L'errore grave non è solo farlo giocare, ma rivendicare la sua assenza come una causa della debacle di Novembre-Dicembre, e suonare la carica una volta recuperato. Detto questo non scriverò più di Icardi-Milito perché penso di aver speso sufficienti parole.
Per non parlare di D'Ambrosio, che siede in panchina perché, secondo Mazzarri, a due esterni così non possiamo rinunciare. Oggi Nagatomo ha sfoderato un prestazione di livello, ma Jonathan è stato disastroso. Più che un calciatore sembrava un dopolavorista, e non aggiungo altro.

Gioco
Guardando una partita dell'Inter si capisce subito da dove nasca la difficoltà nell'affrontare le "piccole". La manovra è sempre troppo orizzontale. Spostiamo il pallone da una fascia all'altra senza avere esterni in grado di crossare o saltare l'uomo (a Yuto va riconosciuto l'impegno ma i limiti ci sono). Il pallone circola sempre lentamente da una parte all'altra per poi arrivare inesorabilmente a Jonathan. Mancano giocatori (alcuni li teniamo in panca) capaci di verticalizzare, di saltare l'uomo, di crossare. Le occasioni arrivano quasi sempre per caso, nel senso che dietro non c'è un'idea di gioco.

Arbitro
La designazione di Russo è quasi una sentenza di sconfitta. Esordisce bene non concedendo una punizione dal limite a Guarin e ammonendo Juan Jesus per una carezza a Ibarbo. Dopo questo riscaldamento, va a segno con un rigore concesso con una curiosa applicazione della regola del vantaggio, e chiude non fischiando l'ennesimo penalty a nostro favore. In mezzo una serie di piccole decisioni (angoli, falli a metà campo e rimesse laterali) che condizionano sempre e comunque la gara.
Solo a Firenze abbiamo ricevuto un beneficio da un errore arbitrale, che peraltro non compensa tutti i torti subiti. Reputo questo fattore il meno incisivo perché una squadra più forte vincerebbe nonostante  gli errori del direttore di gara. Con questo non voglio negare il sacrosanto principio del calcio per cui se giochi male puoi vincere. Dico solo che basterebbe veramente poco per superare certi avversari nonostante cerchino sempre (a che pro?) di metterci i bastoni tra le ruote.


La prova del nove: Inter-Cagliari


Questo pomeriggio contro il Cagliari potrebbe arrivare la terza vittoria consecutiva, "impresa" ancora non riuscita all'Inter in questa stagione. L'avversario è reduce da una settimana a dir poco turbolenta dal punto di vista societario e, soprattutto, non vince fuori casa da un anno e non segna in trasferta da quasi 500 minuti. Ciò non deve farci illudere che quella che ci attende sia una gara facile, ricordando la prestazione contro il Catania, al quale siamo riusciti a regalare il primo punto lontano dal "Cibali". 
Penso che assisteremo a una partita più simile a quella con il Sassuolo piuttosto che all'ultima con la Fiorentina, perché affrontiamo in casa una formazione che giocherà quasi solamente nella propria metà campo puntando tutto sulle ripartenze. 
La formazione sarà la stessa di Firenze, con l'unica novità di Alvarez al posto dell'infortunato Hernanes. Non mi illudo che Mazzarri preferisca Icardi a Milito, nonostante la presenza di Thohir che credo la pensi come me. Ieri il Mister non è scivolato in una delle sue pieghe come di recente capita, ma ha fatto capire che se la squadra rende non si cambia. Ha poi aggiunto che quando "hai due esterni che giocano così" D'Ambrosio non può che stare in panchina. Visto che quei fenomeni dei nostri esterni sono diffidati, c'è da sperare che vengano ammoniti, altrimenti non so se avremo l'occasione di vedere Danilo dal primo minuto. Di Mazzarri si può dire tutto, ma non che non sia coerente. Per lui una rondine la primavera la fa e come: se vince ripropone la stessa formazione finché qualcosa non funziona più. Lo ritengo un modo di fare discutibile, indice di una mentalità non vincente e soprattutto che non tiene conto dell'avversario e di come gioca. Almeno non dovremo criticare formazioni dissennate che i predecessori del buon Walter partorivano di tanto in tanto. Non dimenticherò mai Gasperini che schierò a Novara Castaignos dal primo minuto...

domenica 16 febbraio 2014

Fiorentina-Inter 1-2. #WandaPremier


Forse la sorte voleva punire la tracotante superbia di Matteo Renzi, presente in tribuna ma con la testa da tutt'altra parte, e l'Inter ne è stata la beneficiaria. Quel che è certo è che la nostra squadra ha sfoderato la migliore prestazione dell'anno (2014), tra l'altro su uno dei campi più difficili del campionato. Ha di certo aiutato una Fiorentina spenta e priva per un'ora di punti, ma si è visto un netto miglioramento prima di tutto atletico, ma anche nel gioco.
Non nego di aver pensato ad una certa disfatta prima della partita (credevo ci facessero 3 pere), ma mi sono subito ricreduto. Con i viola senza idee e lenti, abbiamo fatto un primo tempo quasi perfetto, costruendo diverse palle goal senza subire quasi nulla. La sfortuna sembrava non averci mollato, con Palacio e Milito che sprecavano occasioni su occasioni. Poi, dopo un'azione che Maurizio Compagnoni avrebbe definito "infinita", El trenza l'ha messa. Ci aveva pensato Toldo (ehm scusate, Handanovic) a riportare la gara in parità con una papera sfortunatamente non più così rara. 
Fortunatamente è salito in cattedra Walter Samuel, di gran lunga il migliore in campo, ridiventato imprescindibile. Stava per commettere un errore fatale a pochi secondi dalla fine, ma la buone sorte ci ha graziati. A parte questo la prestazione del Muro è stata maiuscola, e anche i suoi compari Rolando e Juan Jesus (soprattutto) ne hanno giovato. 
Per il resto Hernanes ha dimostrato il suo grande valore, anche se in certe circostanze è davvero lento,  i tre di centrocampo in generale han fatto molto bene, e sono lieto e rinfrancato che Palacio sia tornato al goal.
Ma veniamo a lui, il grande e unico Mauro Icardi. Non ha giocato neanche 600 minuti, ha toccato 66 palloni. Ha fatto 3 gol, che valgono 4 punti. Ma non fermiamoci ai goal. Nei primi 4 stacchi di testa è arrivato sempre prima sul pallone ed è andato più volte vicino al 3-1.
Ditemi voi se il Milito lento, impacciato, goffo e macchinoso di oggi è preferibile a Icardi. Almeno lo si provi per una partita dall'inizio. Grazie a Icardi sono arrivati 3 punti fondamentali prima di tutto per il morale, ma anche per la classifica, visto che le nostre avversarie sono impegnate in competizioni europee. Dunque tutto bene.
No, tutto bene un corno. Perché ci pensa il mister ha farmi innervosire. Incalzato molto blandamente dai giornalisti di Sky che sottolineavano la rete decisiva di Maurito, Mazzarri risponde: "Meno male che ha fatto goal, perché dopo 10 minuti non correva più". Non potevo crederci. Cioè un giocatore entra, ti decide la partita dopo tre tocchi di palla, e tu lo critichi? Ma almeno abbi la decenza di non dire niente. In realtà pensavo andasse lì a dire che ha bisogno di giocare un po' alla volta bla bla bla...
Ero evidentemente ottimista. Pensavo di dedicargli un elogio su come aveva preparato tatticamente la gara, ma non se lo merita...


mercoledì 12 febbraio 2014

Sarà un bene andare in Europa League?

"L'Europa League? Mi mette tristezza". Così rispose Adriano Galliani ai cronisti che gli chiedevano se potesse essere l'obiettivo stagionale del Milan. 
Mi associo all'amministratore delegato dei rossoneri: l'Europa League è per molti mesi un palcoscenico davvero deprimente. Andare a giocare al giovedì sera in luoghi sconosciuti, freddi e lontani può seriamente compromettere il campionato, specie se non si ha a disposizione una squadra ben strutturata. È anche vero che superata la fase a gironi, quando si arriva verso gli ottavi il livello degli avversari inizia a salire e ci prendi anche gusto. L'anno scorso l'avventura dell'Inter è finita proprio sul più bello, uscendo con il Totthenham dopo una grande prestazione casalinga. Ovviamente da lì in poi si respira aria europea, ma anche la difficoltà aumenta. Non ci si può illudere di fare bene in questa competizione senza attrezzarsi adeguatamente in estate.
Non so quanto possa convenire all'Inter andare in Europa League, ora che la Fiorentina ha battuto l'Udinese allargando la qualificazione al sesto posto in campionato. Si pensava che quest'anno non avendo competizioni europee il rendimento in campionato sarebbe stato superiore al precedente. Così non è per ora, anzi. Ci tengo a ricordare che Stramaccioni l'anno scorso aveva portato la squadra in semifinale di Coppa Italia, e aveva anche l'impegno europeo. Entrambe le competizioni non gravano su Mazzarri, che farebbe una fatica enorme a gestire tutte quelle partite, viste le difficoltà ad affrontarne solo una alla settimana.
È in ogni caso probabile che tra i primi sei ci arriveremo. Al massimo ci supererà il Milan, ma credo staremo davanti a Verona, Torino e Parma. Se così sarà bisognerà costruire una rosa adatta al doppio impegno e soprattutto prenderla per il verso giusto, come uno step in un processo di ricostruzione. D'altronde non si può pretendere la Champions da una squadra arrivata nona la scorsa stagione. 
Chiudo con una considerazione sull'ultima intervista del nostro allenatore. Se sei un grande comunicatore, fai bene a parlare, altrimenti è meglio tacere. È evidente che Mazzarri non sia uno showman di fronte alle telecamere, si esprime spesso per frasi fatte e ammette sempre di non trovarsi a suo agio ai microfoni dei giornalisti. Il problema è che le dichiarazioni del tecnico sono quasi sempre deleterie. Intendiamoci, magari alcune vengono estrapolate e esagerate, ma dovrebbe stare più attento a ciò che dice. L'ultima perla è stata dire che Icardi, Belfodil e Kovacic se li è trovati. Come a intendere che se fosse per lui non ci sarebbero. Non che si lamenti, anzi, per lui è uno stimolo e se riuscirà a farli rendere sarà tutto merito suo...


lunedì 10 febbraio 2014

Ossigeno puro: Inter-Sassuolo

Contavano i tre punti. Solo quelli. Non importava come arrivasse, con quanti goal di scarto, giocando bene o male. Doveva arrivare la vittoria. Missione compiuta. Arriviamo a 36 punti, ne mancano solo 4 alla salvezza. A molti potrà sembrare strano, ma guardando il ruolino di marcia dell'Inter 2014 questo è il primo risultato da raggiungere.
Detto che battere il Sassuolo fosse l'unica cosa a contare, ciò non toglie che si possa analizzare una prestazione molto simile a quelle con il Chievo e il Catania. La differenza l'ha fatta Walter Samuel, trasformando un corner degno di essere chiamato tale. Per il resto la manovra era la stessa. Molti, troppi passaggi orizzontali in un gioco in cui i laterali di centrocampo giocano uno smisurato numero di palloni. Vista la scarsezza dei due interpreti, la manovra risulta sterile e segnare diventa difficile. Non per niente le occasioni sono arrivate in contropiede. 
Ci si potrebbe dilungare sulle scelte di formazione di Mazzarri, ma mi limito a due decisioni: Milito e Kuzmanovic. Il primo è ormai giunto alla fine della carriera. Il tecnico continua a farlo giocare dicendo che deve ritrovare la migliore condizione, ma non fa giocare Icardi perchè non ha ancora recuperato. Non so quando Mazzarri si degnerà di farlo giocare, non capisco perchè Milito possa giocare nonostante non sia al meglio, mentre per Icardi questo discorso non vale. Ma preferire Kuzmanovic, che comunque non ha demeritato, a Taider mi risulta davvero incomprensibile. 
Abbastanza bene il reparto difensivo: non abbiamo subito un solo tiro in porta a parte la punizione di Berardi e Juan Jesus mi è sembrato meno insicuro del solito.
La squadra è riuscita a creare diverse occasioni, ma la scarsa lucidità degli attacanti ha fatto si che la partita rimanesse aperta fino alla fine. La vera differenza rispetto alle due precedenti gare casalinghe è stato il jolly pescato dal Muro. Molte volte abbiamo detto che all'Inter machino le giocate risolutrici: rigori (vabbè), punizioni (non abbiamo avuto un tiratore fino ad ora), goal di testa da calcio d'angolo.
Quando fatichi a creare gioco e a segnare le poche occasioni che crei, questi episodi diventano vitali.
Per sfortuna questo inizio di ripresa sarà abortito Sabato prossimo, quando saremo di scena a Firenze. 
Se non altro Mazzarri potrà schierare un'altra formazione catenacciara...

domenica 9 febbraio 2014

La mancanza del "gesto dell'orologio"

                                  
Non mi sono mai piaciuti i cambi in panchina, men che meno a stagione in corso. L'allenatore è quasi sempre il capro espiatorio di un progetto sportivo fallito. Tuttavia credo che la singola partita, a prescindere dalla forza della rosa, possa dire molto sulla bravura di un tecnico. A maggio scorso ero uno dei pochi che avrebbe salvato Stramaccioni, anche se temevo in un prematuro esonero in questa stagione. Alla luce della situazione attuale, Andrea viene comunque rivalutato, tenendo conto del fatto che ha giocato con Rocchi titolare nell'ultima parte della stagione. Accettai il suo esonero perchè si andava a prendere uno dei migliori sul mercato, reduce da un secondo posto in campionato. Mazzarri arrivava da allenatore pragmatico, di quelli prevedibili, difensivisti, ma quantomeno concreti. Non mi lamento quindi del tecnico di San Vincenzo perchè gioca con la difesa a tre o punta su ormai ex calciatori. I difetti di Mazzari li conoscevamo da subito, quindi possiamo lamentarci, ma fino a un certo punto. L'ostracismo verso i giovani è un capitolo a parte che andrebbe affrontato meglio, ma di sicuro non va a suo favore. 
E all'inizio le sue doti sono emersi, visto che è riuscito a rigenerare giocatori come Jonathan e Alvarez e ha dato equilibrio alla squadra. Il fatto è che per lui "una rondine fa primavera" e quindi non ha più cambiato la squadra per tre mesi, facendo giocare sempre gli stessi tredici giocatori.
Un'altra cosa che fino adesso mi ha deluso di Mazzarri è la sua dote polemica, molto rammolita da quando è da noi. Ricordo interviste in cui aveva la faccia tosta di lamentarsi per rigori, ammonizioni o ogni appiglio possibile anche in incontri persi nettamente. Poi c'era il mitico gesto dell'orologio, fatto per invocare recupero. 
Il Mazzarri di oggi è quello che dice: "Con un allenatore con meno esperienza questa squadra potrebbe lottare per le ultime posizioni. Guardate il bicchiere mezzo pieno." 
Dove è finita la tua vis polemica, Walter? Perchè non ti lamenti più degli arbitri? Farsi sentire di più fuori dal campo potrebbe aiutare anche chi in campo gioca.
Non mi soffermo oltre su un punto di vista prettamente tecnico, perchè penso che Mazzarri abbia già dimostrato la sua mediocrità per allenare una squadra come l'Inter. Ha sempre basato il suo gioco sul contropiede, e va detto che ha potuto contare al Napoli su calciatori di livello superiore, che lui ha comunque contribuito a consacrare.
Detto ciò, non sono tra quelli che spera nella vittoria del Sassuolo e auspica l'esonero del mister. Penso che sia giusto valutare in questi mesi (mancano ancora tante partite) le capacità del tecnico di guidare il gruppo. Non deve essere solo un discorso di classifica, ma di uomini impiegati, di modo di giocare. Chi sostiene Mazzarri a spada tratta sostiene che non è possibile fare di meglio con questa rosa, ma siamo sicuri che il nostro team sia inferiore a Torino, Parma e Lazio? Io credo di no.

martedì 4 febbraio 2014

Il disgusto di "TuttoSport"

                                     
Non ho mai acquistato in vita mia una sola copia di "TuttoSport", giornalaccio torinese a libro paga degli Agnelli in grado di stravolgere a proprio piacere la realtà e i fatti. In una delle sue tante sfuriate contro il giornalismo sportivo italiano, Mourinho sosteneva che il Milan fosse tutelato dalle televisioni berlusconiane e la Juve dal suddetto quotidiano, mentre l'Inter poteva contare solo su Inter Channel.
Si potrebbe scrivere per ore delle fandonie lette negli anni su TuttoSport, dal "Messi si può" a "Tre sberle e via!", il titolo a nove colonne per celebrare la vittoria contro di noi. 
Dovessi rappresentare l'Inter avrei già preso da tempo la decisione di bandire i giornalisti della testata juventina da Appiano Gentile, semplicemente perchè troppo faziosi. Si dice che la Gazzetta propenda per le milanesi, ma se è vero che sono indubbiamente le squadre di cui parlano di più, non mi è mai sembrato che trattassero la nostra squadra con i guanti, anzi, se ripensiamo ad avvenimenti più o meno recenti viene da pensare il contrario.
Tutto ciò per sottolineare il nostro leggero peso mediatico, uno dei punti sui quali la nuova proprietà si dovrà concentrare maggiormente. Anche Sky Sport, la tv che dovrebbe essere più imparziale tra tutte, non manca di colpire la nostra società. L'ultima volta ieri, quando li sentivo parlare del pullman colpito da sassi e uova: sottolineavano l'assenza dei dirigenti, anzichè elogiare il fatto che non si esasperasse per l'ennesima volta il clima già troppo freddo, o almeno condannare le gesta dei tifosi juventini.

lunedì 3 febbraio 2014

Apologia di Mateo Kovacic

                            
Non mi nascondo, sono un fan del giovane calciatore croato. Possiede qualità tecniche uniche nella squadra e rare nel campionato italiano. È potenzialmente un calciatore di livello mondiale. Quando la scorsa estate si prefigurava l'Inter 2013-2014 pensavo che Kovacic sarebbe stato il vero metronomo della squadra, insieme a Palacio e Handanovic. Purtroppo così non è stato, ma prima di scrivere di questa stagione di Mateo, vale la pena ricordare come si è presentato al pubblico interista nella seconda parte dello scorso anno.
Siccome non ho alcuna voglia di rivedere le partite dell'ultimo periodo stramaccioniano, mi limito a prendere d'esempio un incontro che invece ho rivisto: Inter-Juve 1-2. Noi schieravamo una formazione simile ad oggi in modulo, con a centrocampo Zanetti e Pereira ai lati e Kovacic e Gargano in mezzo. Il croato si era contraddistinto per uno slalom con il quale aveva superato tre juventini per poi essere atterato in area da Chiellini. Oltre a questa c'erano state anche altre buone giocate e errori dettati dall'inesperienza.
Quest'anno un infortunio non ha reso possibile l'impiego di Kovacic nelle prime partite, di fatto il croato non è partito titolare e ha dovuto, una volta pronto, contendere il posto a Taider. La sua stagione fino ad ora non è stata entusiasmante, ma ha fatto comunque intravedere quelle qualitá per il quale era stato pagato più di dieci milioni di euro. La sua non definita consacrazione è stato il vero parziale fallimento di Mazzarri sulla nostra panchina, perchè gli ha spesso preferito Guarin, che poi abbiamo scoperto non rientrasse nei suoi piani, Kuzmanovic (per carità), il sempiterno Cambiasso e Taider. Ha giocato pochissime partite dall'inizio, ed è sempre stato sostituito. Oltretutto in ogni gara agiva in una posizione diversa (trequartista, mezzala, regista). Il giocatore, che evidentemente non può essere in fiducia al 100%, ha iniziato a non prendere più iniziative personali, si limitava al compitino, rinunciando alla progressione, la sua arma migliore. Se andate a vedere le statistiche è quasi sempre il calciatore con la percentuale maggiore di passaggi riusciti, vorrà pur dire qualcosa?
Ieri il nostro allenatore ha fatto considerazioni che non dovrebbero mai essere fatte, denunciando pubblicamente gli errori del croato. Mi chiedo, perchè difendere a oltranza gli Alvarez o i Jesus, che ne stanno combinando di ogni con il posto fisso da titolare? Perchè non nominare capitan Nagatomo, il maggior responsabile della nostra disfatta? No, il colpevole è Mateo, grazie al quale stavamo per raggiungere il pareggio. Avrei voluto che tirasse e segnasse, anzichè passare a Palacio, per vedere il mister prendersene i meriti dopo.
La verità è che con i Kovacic, i Taider e tutti gli altri giovanissimi bisognerebbe mostrare indulgenza, dare tutto il tempo di provare e sbagliare. Così nascono i campioni. 
La patetica scusa di Mazzarri è la difficoltà di trovarle un posto in squadra. Secondo me non è un trequartista, da regista è sprecato. È un centrocampista, semplicemente. Non capisco perchè bisogna dire altro. Deve giocare con un Taider che faccia il lavoro sporco, e deve essere libero di usare il suo talento senza i freni di Mazzarri, che continuava a richiamarlo dalla panchina.
Spero che lui non si stufi di stare all'Inter, spero che la nostra scaltra dirigenza non decida di venderlo.

La resa: Juventus-Inter 3-1


Leggendo i commenti alla partita su Twitter o blog come Fabbrica Inter ho pensato che fosse meglio prendersi una notte di riflessione, per analizzare le cose in maniera più razionale. Perdere con i gobbi fa sempre male e si rischia di trascendere. 

PREMESSE

1) Quasi certamente avremmo perso questo incontro con qualunque allenatore, giocatore, dirigente o massaggiatore che l'Inter potrebbe permettersi. Il divario tecnico, ma soprattutto atletico e "di grinta", era troppo ampio. Detto ciò, non significa che si deve partire battuti, esattamente come siamo scesi in campo.

2) Non sono queste le partite dove fare punti. Non fraintendiamo, battere i bianconeri l'anno scorso è stata la più grande soddifazione della stagione, ma se fossimo arrivati a ieri con (almeno) un pareggino con Lazio e Genoa e le vittorie interne su Chievo e Catania, la sconfitta sarebbe stata dolorosa, ma solo sul momento. Trovo molto più preoccupante non battere le due squadre appena citate che perdere a Torino, dove fin'ora han perso tutti.

LA GARA

Il primo sbaglio della squadra è stato l'atteggiamento tattico. Infatti non siamo sembrati né "spensierati" come l'anno scorso, né catenacciari come mi aspettavo giocasse Mazzarri. Alla fine è venuta fuori una via di mezzo, che contraddistingue la nostra mediocrità. Non siamo abbastanza forti per impensierire questa Juve, ma organizzata talmente male da non riuscire a resistere più di un quarto d'ora. Non siamo neanche una piccola squadra, che punisce alla prima occasione (e Palacio ne ha sbagliata più d'una).
Non è stata neanche la peggiore prestazione dell'anno: l'Inter non è stata messa sotto o umiliata, ha provato ha fare la partita, ma con troppa "leggerezza".
Di fatto siamo scesi in campo battuti, impauriti, consapevoli della sconfitta incombente e preoccupati solo di non fare una figuraccia: missione compiuta.
Il lato peggiore di queste partite è che fanno emergere tutti i limiti della propria formazione, semmai ce ne fosse ancora bisogno. Jonathan e Nagatomo hanno mostrato ancora una volta la loro scarsezza: il primo con una serie paurosa di passaggi sbagliati e altrettanti dribbling incassati, il giapponese sfregiando la fascia da capitano che indossava con la sua ignoranza tattica conclamata. Come suole fare nelle partite importanti (vedi Napoli), non solo fornisce la solita prova inutile in  fase offensiva, ma confeziona anche giocate scellerate che non saprei come definire se non "minchiate". Ha colpa sul primo gol: non mi venite a dire che Kovacic deve marcare l'inscrivile laterale destro della Juve. Yuto giocava nelle condizioni più semplici, cioè contro una squadra speculare, in cui avrebbe dovuto tenere d'occhio solo il suo omologo. Invece no! Continua sempre a stringersi più che può, lasciando una prateria al posto della fascia. Fosse per me, i nostri esterni siederebbero in panchina. Sul secondo gol ogni parola è superflua: tutti hanno visto, non serve commentare.
A parte la scarsezza degli interpreti, la formazione schierata da Mazzarri non mi dispiaceva, ma si è subito rivelata carente in un'azione essenziale: la marcatura di Pirlo, spesso libero di mettere palla dove voleva. Il coach ha detto nel delirio del post partita che sul regista bresciano sarebbe dovuto uscire Mateo. Ora, da che mondo è mondo, se giochi con il trequartista (Alvarez), è lui a dover contrastare il playmaker. Se non ha le doti per farlo questo è un altro discorso. Non puoi pretendere da Kovacic, come da qualsiasi altro giocatore, che stia basso per impostare e che allo stesso tempo esca su Pirlo. Se lo pensi vuol dire che sei un allenatore limitato. Ciò che comunque rimprovero maggiormente a Mazzarri sono state le sostituzioni, o tardive, o sbagliate. Far entrare Milito e soprattutto vedergli fare quella prestazione è vegognoso. Il principe come sempre si dimostra un campione alla fine della partita, quando sprona i compagni a tirare la maglia ai tifosi in trasferta. L'ingresso di Botta è azzeccato, ma non converrebbe puntare un po' di più su questo giocatore? Mi sarei giocato la carta Icardi, quantomeno per un discorso di fortuna, e avrei senz'altro sostituito Alvarez, totalmente inutile.

IL DOPOPARTITA

Pensavo che Mazzarri avesse doti polemiche che avrebbero giovato alla squadra. Spesso si presentava a Napoli dopo partite perse con due o tre gol di scarto dicendo di meritare la vittoria, lamentandosi dell'arbitraggio, ecc. Ora che è all'Inter ha deciso di non parlare più della direzione di gara, e anziché prendersi per una volta le sue responsabilità, preferisce incolpare i giocatori. Credo che ormai la maggioranza dei tifosi sia antimazzarriana. Io raramente sono favorevole al cambio in panca. Oggi non servirebbe a nulla, poiché non ci sono più obiettivi da raggiungere. Cito Adriano Galliani: "l'Europa League? Mi mette tristezza..."
Da qui a fine stagione vanno fatte opportune valutazioni, e si deve decidere se continuare con Mazzarri o no. Qualcuno dice che vorrebbe farsi licenziare: io credo che ci tenga al suo unico record da allenatore. Il problema del tecnico c'è: fermo restando che questa squadra vale di più dei punti che ha, se giocasse con un altro modulo e adoperasse altri interpreti, non vedo bravi allenatori (ci sono, ma non vogliono venire da noi) che possano fare chi sa cosa. Era lo stesso motivo per cui avrei continuato con il rimpianto Stramaccioni, se non si fosse presentata l'opportunità di ingaggiare Mazzarri. Da lui ci si aspettava quantomento concretezza, solidità, non chissà quale gioco che lui è convinto di proporre. Il giochino gli è riuscito per un mesetto, poi è precipitato con tutta la baracca. Era ciò che mi potevo aspettare da un esordiente, non da un tecnico della sua esperienza. 
Non mi è mai capitato di dirlo,ma in questo momento non vorrei essere nei panni di nessun dell'Inter (giocatore, allenatore, società).

sabato 1 febbraio 2014

Le mille sfumature del centrocampista: l'arrivo di Hernanes

Esistono due tipi di centrocampisti: quelli che sanno fare bene tutto, che hanno nella duttilità il proprio punto di forza, e quelli che hanno qualità in cui predominano, compensando alcune carenze. Mentre in una squadra che lotta per il vertice del calcio europeo non possono mancare i secondi, capaci di farti fare il "salto di qualità" e di risolverti le partite, una squadra dai valori tecnici non eccelsi deve poter contare su un "tuttofare" in mezzo al campo per ottenere grandi risultati. Vidal e Strootman hanno decisamente condizionato la stagione di Juve e Roma grazie alle loro prestazioni, garantendo allo stesso tempo recupero del pallone, corsa e finalizzazione. Entrambe le squadre hanno anche uomini dalla classe cristallina, Pogba e Pjanic, che probabilmente lasceranno le rispettive società a fine stagione, sancendo così la differenza tra due ottime formazioni e le grandi d'Europa.
Il centrocampo dell'Inter è abbastanza folto, dunque apparentemente il reparto che meno necessitava di un rinforzo. Tuttavia è composto da tanti giocatori che fanno bene solo una fase, offensiva o difensiva. Se ci aggiungiamo poi la scarsa capacità di Mazzarri di adattare il modulo ai calciatori anziché viceversa, arriviamo alla conclusione che un innesto a centrocampo fosse indispensabile. Taider sembrava essere il centrocampista più adatto a giocare a "tutto campo", ma con il tempo sono emersi i suoi limiti tecnici (piedi non esattamente "vellutati").
Il mercato ha portato, dopo una lunga trattativa, conclusasi definitivamente solo a due ore dalla chiusura delle operazioni, Hernanes, talentuoso centrocampista della Lazio. Non mi ha mai fatto impazzire, nel senso che nella mia Inter ideale non giocherebbe (ma sarebbero in pochi dell'attuale rosa). Però, come ho già detto, dopo i recenti avvenimenti non possiamo permetterci di "sputarci sopra". Le sue doti tecniche non si discutono e c'è un fondamentale nel quale credo ci sarà utilissimo: il calcio piazzato. Per ragioni varie l'Inter batte pochissime punizioni dal limite. Fino a qualche tempo fa se ne incaricava Guarin, che provvedeva a spedire il pallone in tribuna ogni volta, ma la domanda sorge spontanea: sei 0-0 allo Juventus Stadium (improbabile) e al 90esimo hai una punizione (ancora più improbabile) dal limite (impossibile): chi la calcia? Tabula rasa.
Nutro in ogni caso delle perplessità sul nuovo acquisto, in particolare sulla sua lentezza, che un po' mi ricorda il passo compassato di Thiago Motta. Temo che presto WM possa propinarci un centrocampo formato da Hernanes, Kuzmanovic e Cambiasso, in poche parole la concretizzazione della moviola. Invece, se gioca il brasiliano, non si può rinunciare a Taider, l'unico che interrompe con efficacia il gioco dell'avversario.Per il resto, temo che Mateo siederà molte (già troppe) volte in panchina a prescindere dalla presenza di Cambiasso.
Credo che valga in ogni caso la pena di soffermarsi sul buon lavoro fatto da Thohir questa settimana: poche dichiarazioni, poche illusioni, solo fatti. Il campo dirà se gli acquisti sono azzecati, ma aver accontentato le richieste del coach è un altro punto a suo favore. C'è ancora molto da lavorare, ma qualcosa di buono si intravede. Forse abbiamo una speranza...