martedì 15 luglio 2014

È finito il Mondiale, ma il Meglio deve ancora venire

Dopo più di un mese di assenza, dovuta a impegni personali finalmente esauritisi, torno a scrivere in questo spazio per parlare dell'evento che ha monopolizzato la nostra attenzione per quattro settimane: il Mondiale brasiliano. Molti di voi, quando leggeranno questo post, saranno già stati afflitti dalla "sindrome post-mondiale", quell'improvvisa mancanza di partite (quelle che contano) e di collegamenti quotidiani da Copacabana, sostituiti da bombe di mercato a orologeria e trattative che diventano telenovele. 
Ci eravamo lasciati con un pezzo sulla mia "indifferenza" alle sorti della Nazionale e sul pronostico, in cui avevo dato per vincente l'Argentina (ci sono andato vicino), con la dichiarazione di tifo per il Belgio, da cui, a dir il vero, non sono rimasto molto impressionato.
È stato un bel mondiale, forse non " il mondiale dei mondiali" che ci hanno voluto vendere, ma comunque un grande e riuscito intrattenimento. Non è tanto sulla qualità delle partite, mediamente discrete con qualche picco in alto e in basso, ciò a cui mi riferisco è il contorno, dall'organizzazione agli orari. Ecco, da questo punto di vista, penso che la missione del Brasile (inteso come paese ospitante) possa essere considerata compiuta alla grande. 
Credo di poter vantare un'ottima percentuale di partite viste, ho saltato solo qualche gara alle 24 per ovvi motivi e match non particolarmente allettanti come Iran-Nigeria. Per questo mi sono permesso di dire che non ho visto una qualità eccelsa nelle partite. Nella fase a gironi, pareva netta la superiorità delle sudamericane, che hanno prevalso soprattutto grazie alla gamba più fresca rispetto alle europee, e hanno facilmente superato le scarsissime compagini asiatiche e africane. Dagli ottavi di finale in poi, invece, le formazioni del vecchio continente hanno riaffermato la loro forza ed esperienza, riequilibrando progressivamente i conti per poi portare per la prima volta una europea alla vittoria in Sud America.
A pensarci bene, la vittoria della Germania è una vittoria molto europea, visto che la formazione di Loew ha svariate contaminazioni culturali, ma anche calcistiche. Guardiola ha portato al Bayern la filosofia del tiqui taca, che come un virus si è replicato a Monaco pur perdendo clamorosamente la sua efficacia proprio dove si era originato. È ovvio che questa Germania sia stata soprattutto Bayern, ma non dimenticherei l'importanza di Hummels e Ozil, calciatore di mondo, che ha già giocato in Spagna e Inghilterra.
Insomma, ha vinto la squadra migliore, che cercava sempre di controllare la partita e esprimere tutta la sua superiorità, come accaduto la sera del Minerazo, con una prova di forza che ha messo alla berlina la squadra di casa, che di recente non era mai stata così carente in ogni ruolo. Basti pensare all'attacco schierato contro la formazione di Loew: Hulk, Fred, Bernard...
Nel frattempo sta prendendo forma la nuova Inter. Per il momento condivido in toto la linea della società in entrata. I ruoli da coprire con urgenza erano senz'altro terzino e centrocampo, lasciando l'attacco ai saldi di fine mercato, quando si spera che qualche big sia "costretta" a cedere giocatori che altrimenti rimarebbero inutilizzati. Mi riferisco soprattutto a Jovetic, che accoglierei con grande gioia, anche se serve un vice Icardi, ormai diventato volto Inter a 360 gradi.
Ormai ho accettato da tempo la permanenza di Mazzarri sulla nostra panchina. Sono convinto che per questa stagione non si sarebbe potuto avere di meglio, ma avrei aspettato almeno qualche mese di campionato prima di rinnovargli il contratto.
Seguendo il ritiro a Pinzolo, sembra ci sia un bel clima attorno alla squadra, di entusiasmo, che non può che fare bene, anche se, come sappiamo, è molto diverso da quello che i ragazzi troveranno a San Siro. Io mi considero abbastanza ottimista, già il fatto di aver trattenuto (ma facciamo gli scongiuri) i nostri migliori talenti è da considerarsi una vittoria. Ciò che renderebbe molto alto il voto al mercato di quest'estate sarebbe la cessione di zavorre come Alvarez, Guarin e Kuzmanovic. Il mondiale poteva essere un'occasione per i primi due, ma è curioso il fatto che in due squadre che hanno fatto così bene come Argentina e Colombia, il Maravilla e Fredy abbiano giocato pochissimi minuti...