giovedì 1 maggio 2014

Il Cholo a un passo dall'impresa


Ha passato il turno la squadra più completa e meglio organizzata, in poche parole la più forte. L'Atletico Madrid è l'autentica rivelazione di questa stagione, da molti punti di vista. In primis per aver spezzato il duopolio in Liga, che vedeva ormai da tempo vittoriosi Real e Barcellona. Per certi versi potremmo paragonarlo al Borussia 2013. Gioco molto rapido e verticale, condizione atletica incredibile, due centravanti come Lewandowsky e Diego Costa, due allenatori giovani, lo stesso spirito di squadra e la grande fame di vittorie. Anche la prossima finale di Champions League di Lisbona ricorda quella dell'anno passato. Due formazioni dello stesso paese (in questo caso addirittura della stessa città) a contendersi il trofeo. La corazzata, chiamata alla vittoria dopo anni di digiuno, e la sorpresa, che deve dimostrare di saper andare fino in fondo.


Ricordiamo bene l'esito del match di Wembley, ma più di un particolare mi fanno pensare che la squadra di Simeone ce la possa fare davvero. Innanzitutto, a differenza del Borussia Dortmund, l'Atleti (come lo chiamano in Spagna) sta conducendo anche in campionato, dimostrando una continuità di rendimento impronosticabile. Nessuno credeva che questa squadra, che gioca un calcio molto dispendioso dal punto di vista fisico, si potesse trovare oggi a un passo da quello che sarebbe uno storico double. Ha avuto un  solo momento di flessione in tutta la stagione, quando è stato eliminato dal Real dalla Copa del Rey e ha anche perso il primato in campionato.
Quello che più mi stupisce è la forza di un gruppo, che non conta di giocatori formidabili. Direi che Courtois, Arda Turan e Diego Costa sono i veri top-player, per il resto molti buoni giocatori, che stanno dando il meglio grazie a un tecnico che, evidentemente, li sa stimolare bene. Ho scoperto che in una partita del 2011, contro l'Almeria, l'Atletico ha schierato la stessa linea difensiva di ieri sera, perdendo per 1-0. Segno della crescita, più che mai esponenziale, avvenuta negli ultimi anni.


Prevedo dunque una finale equilibrata, perché in quanto a stimoli, anche il Real Madrid non vede l'ora di porre fine all'ossessione della decima. Le sorti della squadra di Ancelotti dipenderanno molto dalla condizione dei suoi campioni: Ronaldo, Bale e Benzema formano un trio d'attacco formidabile, che ha segnato cinque goal in 180 minuti contro i campioni in carica del Bayern.


Dispiace, bisogna dirlo, che in questa finale non ci sia posto per Josè Mourinho. Ha fatto un gran lavoro con il Chelsea, che pur spendendo molto non ha ancora una squadra competitiva, sicuramente non tra le prime quattro d'Europa. Per questo le semifinali sono un gran risultato, che però ha necessitato il sacrificio del campionato per essere raggiunto.  Vedremo come e se Mou riuscirà a migliorare la sua squadra, anche se arrivare in fondo con la concorrenza di adesso è sempre più difficile.


Non dimentichiamoci che stasera, infatti, si gioca la finale di Europa League una formazione che merita di finire tra le favorite della prossima Champions: la Juve di Conte, ogni giorno più simile a Mourinho, anzi tecnicamente forse anche meglio (cit.). Non ho più parole, veramente: da un lato quello che fatico a definire "quotidiano" non manca occasione di mostrare la propria volgarità titolando "Incholato", dall'altra paragona il suo allenatore proprio all'odiato portoghese, non tenendo conto della differenza abissale tra i curricula dei due. Non so cosa darei per vedere la Juve uscire da questa coppetta delle balle, diventata all'occorrenza un sogno per loro e un orgoglio per l'Italia tutta. Confido nel Benfica, nel fatto che non attenda un goal su punizione di Pirlo all'ottantacinquesimo per andare all'attacco, ma confido anche e soprattutto nella Juventus formato Europa, capace di sconfitte quantomai appaganti.

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