domenica 27 aprile 2014

Quando un pareggio è accettabile. Inter-Napoli 0-0


L'Inter raccoglie contro il Napoli il quindicesimo pareggio stagionale, addirittura il nono casalingo, confermandosi una squadra da trasferta. Infatti, se contassero solo le gare disputate tra le mura amiche, i neroazzuri sarebbero solo all'ottavo posto.
C'è tuttavia qualcosa di diverso in questo ennesimo pari, che mi ha fatto ricordare il primo di questa stagione, quel'1-1 a San Siro con la Juve. È stata una bella partita, perché entrambe le squadre erano propositive e hanno cercato la via del goal, che solo per caso non è arrivato. Sono state tante le occasioni da una parte e dall'altra. Avremmo potuto vincere come perdere, ma quel che è certo è che l'Inter ha giocato nel primo tempo il suo miglior calcio della stagione, almeno in casa. Oltre alla manovra, più fluida del solito, e alle giocate dei singoli, sulle quali tornerò in seguito, ciò che mi ha colpito maggiormente dei primi quarantacinque minuti era la velocità con cui i difensori e i centrocampisti centrali recuperavano palla, grazie al pressing e alla linea tenuta alta. Abbiamo prodotto anche buone occasioni per passare in vantaggio, una delle quali clamorosa con Icardi, ma è stata dei partenopei la più nitida: Nagatomo si dimentica di Callejon, che solo davanti ad Handanovic ci grazia.


Nel secondo tempo abbiamo pagato gli sforzi del primo, ai quali la squadra non è evidentemente abituata. Il pallino del gioco passa al Napoli, che sfiora il goal ancora in due occasioni, la prima volta con una doppia mischia, la seconda con un palo colpito da Inler. In entrambi i casi siamo stati graziati. Visto il secondo tempo, dunque, il pareggio sembra il risultato giusto e anche vantaggioso per noi, visto che allunghiamo sul Milan, distante ora sei lunghezze. Faccio notare che un altro punto nel derby ci darebbe la matematica certezza di finire davanti ai rossoneri, particolare non di poco conto in chiave Europa League.
C'è stato un episodio chiave nel primo tempo, che avrebbe cambiato la partita e vale la pena ricordare: Palacio, lanciato verso la porta, viene sgambettato da Britos. Se giudichi il contatto falloso, scatta automaticamente il rosso per chiara occasione da goal, ma il metro di Rizzoli si dimostra ancora una volta variabile.
Ma Inter-Napoli è stata anche una gara in cui i singoli si sono messi in mostra, uno su tutti Mateo Kovacic, a mio giudizio il migliore in campo in quanto a giocate, tra colpi di tacco, filtranti al bacio e dribbling da fuoriclasse. Se penso che questo giocatore ha fatto panchina per trenta giornate, licenzierei ora Mazzarri, al quale riconosco però il merito di averlo fatto crescere dal punto di vista difensivo, diventando certamente un centrocampista più completo. Ma non capisco come ci siano voluti l'infortunio di Alvarez e la scarsezza di Guarin per fargli trovare spazio.


Vorrei anche segnalare la priva di Andreolli, che alla prima da titolare si è fatto trovare pronto, disputando un'ottima gara. È importante che le riserve si facciano trovare pronte quando serve. Da rivedere, invece, Nagatomo, esaltato come sempre dalla stampa, che, per dirla alla Balotelli, non capisce niente di calcio, facendosi impressionare solo dalla grande volontà del giapponese, che però dimostra sempre i suoi limiti sia in fase difensiva che offensiva.
Infine, merita un cenno anche la sostituzione di Icardi con Kuzmanovic, emblema della mentalità sparagnina e provinciale di Mazzarri, che si era già da parecchio accontentato del punto.
Ora ci attende il derby, partita che farebbe piacere vincere per il dominio cittadino.

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