lunedì 19 maggio 2014

È finita una stagione senza emozioni. Chievo-Inter 2-1



L'Inter chiude l'anno con una sconfitta indolore contro il Chievo già salvo, rimanendo a quota sessanta punti. Della gara di ieri sera non mi va di scrivere più di una riga, visto che verrà ricordata solo come l'ultima di Cambiasso, Milito, Zanetti e Samuel (anche se non ha giocato). Il Cuchu è stato il calciatore più "intelligente" dai tempi di Simeone, non vedo l'ora che ne segua le orme e diventi allenatore, ruolo per il quale lo vedo davvero adatto. Il suo addio è doloroso, ma dobbiamo capire che certi passaggi sono indispensabili e prima o poi devono arrivare, se si vuole creare una nuova Inter.

Quello che da ora si può fare, finalmente, mi viene da dire, è valutare la stagione appena conclusa. Per quanto mi riguarda è stata la meno appassionate che io abbia visto, con le emozioni che si contano sulle dita di una mano. Ricordo con piacere il punto strappato alla juve all'inizio dell'anno, il derby vinto all'andata (solo per il goal di Palacio, a dire il vero), il commovente saluto agli "eroi del Teiplete", con la serata di addio a Zanetti che rimane, a mio giudizio, l'emozione più grande di questa annata abbastanza scialba. Il fatto di aver disputato solo il campionato ha fatto si che la stagione sia letteralmente volata via, senza che quasi ce ne rendessimo conto.
Questo vuole essere il primo di una serie di riflessioni su allenatore, squadra e società, e sul loro operato da settembre in poi.
Quest'oggi mi limito a giudicare l'insieme. Il quinto posto è sicuramente un miglioramento netto rispetto all'anno scorso. Il ritorno in Europa è certamente una cosa positiva. Essere finiti davanti al Milan non può che far piacere. Ma oltre al risultato, conta anche come lo raggiungi, che non vuol dire solo giocare bene o male, ma significa tener conto anche del valore degli avversari e di altre variabili. Prendiamo i punti fatti, ad esempio. Quest'anno con 60 punti siamo arrivati  quinti, l'anno scorso saremmo arrivati ottavi, segno di un calo medio delle squadre in zona Europa League, tanto da far lottare per quell'obiettivo anche formazioni come Parma, Torino e Verona, non abituate al palcoscenico europeo.
L'aspetto più carente della stagione è stato, tuttavia, il gioco. Questa non vuole essere una critica a Mazzarri, avrò tempo e modo di farlo in futuro. Quando dico che è stato un anno senza emozioni mi riferisco anche al piacere di vedere le partite, sempre vivo ma svilito dopo ogni fischio finale
Forse ha ragione il Buttero, questo è stato un anno così, particolare, e come tale andrebbe considerato transitorio. Il mio timore è di dover assistere tra tre mesi ad un nuovo Anno Zero, se non saremo capaci di colmare la distanza con Fiorentina e Napoli, e ridurre quella da Roma e Juve (42 punti sono tremendamente tanti). Servirà un rinnovamento pesante della rosa, ma anche su questo mi concentrerò un'altra volta. L'importante adesso è voltare la pagina, quasi vuota a dire il vero, di questa mediocre stagione.

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