venerdì 4 aprile 2014

L'esasperata ricerca dell'equilibrio

E' vero che mancano ancora sette giornate alla fine della stagione, ci sono ancora ventuno punti in palio e l'Inter potrebbe finire quarta come decima, ma penso che dopo più di trenta partite, si possa già fare qualche analisi.
Oggi mi vorrei soffermare sul filo conduttore che ha legato tutte le formazioni dell'Inter, un vero e proprio tarlo per Mister Mazzarri: l'equilibrio, la volontà, cioè, di non sbilanciare troppo la squadra. Questo è il motivo per cui vediamo in campo Kuzmanovic e non Kovacic, per esempio. Tuttavia questa ricerca di equilibrio non ha dato i frutti sperati, anzi, si quasi sempre tradotta in partite pareggiate, emblema di una squadra abbastanza solida da non perdere, ma non sufficientemente forte per vincere gare fin troppo abbordabili. 
Non siamo mai stati umiliati, è vero. Anche il match terminato con il passivo più pesante, quello con la Roma, fu deciso da molti episodi, per di più ravvicinati. Ma è anche vero che la fatica che facciamo a sconfiggere squadre che vengono a Milano senza molte pretese è imbarazzante, dovuta, a mio parere, alla mancanza di qualità. Pensiamo al fatto che pur avendo un centravanti d'area di rigore come Icardi, spesso non gli arriva neanche un cross ben fatto in tutta la partita. Ciò mi sembra ancor più lampante se consideriamo il nostro centrocampo, che verticalizza pochissimo, giocando la palla solo in orizzontale.  
E' evidente che Mazzarri ha dovuto fare i conti con una coperta corta, infatti, non manca occasione per ricordarci la partita con il Parma, che secondo lui è stata un disastro. Forse è stata la prima occasione in cui la squadra era davvero sbilanciata: giocavano infatti contemporaneamente Guarin, Kovacic e Alvarez (oltre a Palacio). Come conseguenza, Handanovic subì tre reti, mettendoci del suo, ma riuscimmo a segnare per tre volte, cosa che a San Siro non sarebbe più accaduta. Quello che voglio dire è che, se per Walter quella è stata un esempio d cosa non bisogna fare, per me è esattamente il contrario. Tra la "Corazzata Potemkin" di Inter-Udinese o simili, preferisco di gran lunga un rocambolesco 3-3, almeno per lo spettacolo. 
L'altra partita in cui sono, come si suol dire, "saltati gli equilibri", è la più recente sfida con l'Atalanta, quando decisiva fu la sostituzione di Cambiasso in favore di un anarchico Alvarez. Quindi, i numeri sono con Mazzarri: quando la squadra si sbilancia ci dice male. In realtà mi soffermerei un momento sul concetto di "sbilanciarsi". Prendiamo, per esempio, le due squadre che ci precedono in classifica, Napoli e Fiorentina. Di entrambe si può dire tutto, ma non che siano squadre equilibrate. Tuttavia, e mi riferisco soprattutto ai partenopei, segnano tanto, o meglio, hanno giocatori che segnano tanto. Callejon, Mertens, Higuain, sono giocatori che insieme ti garantiscono trenta goal a stagione minimo. 
Il punto è che sbilanciarsi deve essere finalizzato al goal, e non basta inserire in campo giocatori che non difendono per considerarti offensivo. I vari Guarin, Alvarez o Botta sono giocatori molto fumosi, ma poco concreti. Averne tanti in campo non ti porta altrettante reti (segnate). Inoltre c'è un altro aspetto che va considerato: la difesa a tre. Trovo inutile tenere tre difensori quando gli avversari giocano con una sola punta, e devi attaccare. La mossa che avrei fatto io, anziché togliere l'unico filtro a centrocampo, sarebbe stata rinunciare a uno tra Ranocchia, Rolando e Campagnaro e passare alla linea a quattro.
In poche parole deve essere una questione di atteggiamento, tutta la squadra deve alzare il baricentro.
A qualcuno magari sembrerà strano, ma io rimpiango i sei mesi con Leonardo, in cui segnavamo una media di tre goal a partita, giocando un calcio offensivo e spettacolare. E' anche vero che nel momento decisivo crollò tutto, ma sarei stato curioso di vedere una stagione intera con Leo al timone.

Nessun commento:

Posta un commento