lunedì 20 gennaio 2014

Guarin-Vucinic: cronaca di una crisi societaria

Arriva a metà mattina come un fulmine a ciel sereno la notizia dello scambio di mercato Guarin-Vucinic tra Inter e Juve. Vado subito a vedere su Twitter la reazione dei tifosi, molti dei quali rimpiangono il colombiano dopo averlo più e più volte criticato. Leggo di un accordo che non prevede conguaglio per noi, e rimango basito innanzitutto perché il montenegrino ha tre anni e mezzo in più e fa la riserva, ma soprattutto perché pensavo che l'Inter cedesse i suoi giocatori più "considerati" per fare cassa. Inoltre se si chiede pazienza ai tifosi, annunciando un progetto basato sui giovani, questo non mi sembra il miglior modo per cominciare.
Poi arriva la frenata, si dice per il sollevamento popolare della tifoseria (compresa la curva nord), ma ormai è troppo tardi: i giocatori premono perché l'affare si faccia. Pare che riusciremo a strappare qualche milione, una magra consolazione per la figuraccia che la società ha fatto oggi. Si, perché è questo che rimarrà della giornata di oggi.
Non sono mai stato un estimatore di Fredy Guarin (che ho infatti iniziato a pronunciare "alla francese": Guaren). Tenerlo in campo era un vero lusso, non aveva un ruolo ben definito e giocava in modo davvero anarchico. Molte volte era protagonista di azioni personali a testa bassa, grazie a cui spesso finiva negli highlights. Speravo veramente nella sua cessione, soprattutto per far si che altri giocatori (vedi Kovacic) abbiano più spazio. Ma davanti all'operato dei nostri dirigenti non posso che porre in secondo piano il fattore tecnico.
Ci sta che i tifosi, tra cui gli "autorevoli" Fiorello, Beppe Severgnini e Nicola Savino, si lamentino, soprattutto grazie a Twitter, anche se secondo me lo scambio in sé è più vantaggioso all'Inter che alla Juve. Quello che non va bene è che chi gestisce questa società prenda decisioni in base a ciò che dice la piazza (se così è stato). Se prendi una decisione e sei convinto della scelta fatta, vai fino in fondo e spieghi le ragioni ai tifosi. 
Credo che un presidente come Thohir, che per ovvie ragioni non può essere presente a Milano, debba scegliere un uomo forte, un amministratore delegato, che faccia le sue veci in sua assenza. Ancora meglio sarebbe azzerare tutti i vertici: se "Anno Zero" deve essere, tanto vale che lo sia in ogni senso...

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